Salve,
sapete che c'e' in giro il testo, emendato e consolidato, della nuova Direttiva TV senza frontiere?
Come ho gia' avuto occasione di dire si chiama ora Audiovisual Media Services Directive.
Alcuni tratti essenziali (buoni!):
- il fornitore di contenuti on demand si chiama media services provider e ne ha la responsabilia' editoriale
- il fornitore di contenuti lineari (e near-Video On Demand) e' invece il broadcaster e, anch'esso, ha responsabilita' editoriale
- chi svolge attivita' di mero trasporto di contenuti (ad esempio un ISP) NON HA RESPONSABILITA' EDITORIALE (da qui discende che una rete disaggregata e neutrale e normativamente possibile!)
- le quote di riserva per le opere europee valgono solo per i broadcaster, l'on-demand ne e' esente
- la normativa su pubblicita' e sponsorizzazioni vale invece per tutti
Che ne pensate? Ne parliamo? Ritengo che occorra commentare questa normativa e analizzarla alla luce delle nostre norme attuali.
C'e' troppo silenzio su questo blog!
Eugenio
separazione tra rete e servizi o integrazione consentita ?
Posted by: Stefano Quintarelli | May 07, 2007 at 05:19 PM
Era ora che qualcuno mettesse ordine!
Bisogna fare chiarezza subito sulla distinzione soggettiva di questi operatori altrimenti si rischia solo una gran confusione.
Mi viene un dubbio... ma questa direttiva ha bisogno di recepimento o è self executed?
Perchè se poi ogni Stato membro la recepisce a modo suo...
ciao
dar
Posted by: dario denni | May 07, 2007 at 10:21 PM
Il dubbio è legittimo: la direttiva sarà soggetta ad un lungo iter di recepimento, come spesso accade per altre normative europee?
In ogni caso, laddove stabilisce che "chi svolge attivita' di mero trasporto di contenuti (ad esempio un ISP) NON HA RESPONSABILITA' EDITORIALE (da qui discende che una rete disaggregata e neutrale e normativamente possibile!)" sembra incoraggiante.
Posted by: Dario B. | May 07, 2007 at 10:39 PM
Premesso (Dario e Dario)
1)che la Direttiva deve ancora essere approvata (e' al momento in procedimento di codecisione anche se il testo finale, piu' o meno, e' definito e i margini di intervento sono ormai ridotti) e
2) che, una volta approvata, ci dovra' essere il recepimento (non e' self-executing) anche se influenzera' l'interpretazione della normativa corrente gia' da subito, vediamo di capire meglio.
Stefano, direi che sono consentiti i due modelli, quello verticale e quello in cui la rete e' separata dai servizi.
La differenza importante e' nella responsabilita' editoriale.
La scelta e' binaria: o sei responsabile del contenuto che trasporti (e allora sei tu l'editore) o non lo sei (fornisci solo un servizio).
I regimi possono anche coesistere, come avviene oggi sul satellite.
Quello che non sembra possibile in questo contesto e' sottrarre la circolazione di contenuti alle regole di mercato delle reti di comunicazione elettronica che, per l'on-demand, si applicano integralmente.
Posted by: eugenio prosperetti | May 08, 2007 at 12:01 PM
Bene. Abbiamo la cornice regolamentare che permette un modello di Iptv "aperto".
Ora si tratta di capire se ve ne sono le condizioni di mercato.
Mi chiedo: sarà necessario il volontario coinvolgimento dei maggiori fornitori di connettività (Telecom, Fastweb, Tsicali, LIbero) per realizzare un modello aperto?
O preferiranno questi la logica "walled garden" (che, non tanto per inciso, mi sembra la caratteristica prevalente nel mondo, sia per gli incumbent che per gli OLO).
Direi che, se i "grandi" decideranno di mantenere i propri giardini recintati, quale altro soggetto avrà la forza finanziaria, commerciale e promozionale per realizzare un modello diverso economicamente sostenibile?
Eugenio, quell'ultima frase messa lì: "non sembra possibile in questo contesto sottrarre la circolazione di contenuti alle regole di mercato delle reti di comunicazione elettronica che, per l'on-demand, si applicano integralmente"
che significa? stai pensando al modello di licensing tra content e service provider?
Posted by: Robert Castrucci | May 08, 2007 at 01:02 PM
Ciao Eugenio,
la direttiva mi pare molto interessante. Vorrei fare una domanda. Non ho ben capito se la figura di chi "aggrega" i contenuti video rientri in qualche modo in queste categorie. Come ben saprai ci son diverse possibilità di creare palinsesti personalizzati semplicemente aggregando contenuti online disponibili su Google Video, YouTube, blimp.tv, ecc... Il flusso così aggregato può essere diffuso attraverso un dominio proprietario. In questo caso, il proprietario del dominio, nonché aggregatore, ha responsabilità sui contenuti?
Ciao e grazie mille,
Tiziano
Posted by: Tiziano | May 08, 2007 at 01:29 PM
Ciao Tiziano, scusa il ritardo! La responsabilita' editoriale, come ho detto, si evita se fai mero trasporto.
Sara' l'abilita' dell'aggregatore a dimostrare che il suo intervento si limita a essere "veicolo" e che NON HA POSSIBILITA' DI ALTERARE IN ALCUN MODO I FLUSSI AUDIOVISIVI o LA LORO ORGANIZZAZIONE.
Recentemente ho commentato per Entertainment Law Review (dovrebbe essere il prossimo numero) la sentenza Coolstreaming in cui la Cassazione Penale e' arrivata (in altro ambito) ad affermare responsabilita' per la violazione di proprieta' intellettuale solo per il fatto di ospitare sistemi organizzati di links a flussi audiovisivi, quindi, come vedi, il confine tra essere e non essere responsabili di contenuto aggregato e' molto sottile.
Magari fammi esempi concreti e cerchiamo di analizzarli (sinteticamente e nei limiti consentiti da un blog).
E.
Posted by: eugenio prosperetti | May 23, 2007 at 10:11 PM
Non mi soffermo su quanto avete gia commentato. Vorrei porre la vostra attenzione sul tema della pubblcità. Sarebbe utile dedicare un post a questa tematica. Comunque il problema è che contenuto digitale a pagamento e pubblicità non legano. Per il consumatore vederesi costretto a pagare un contenuto (spesso molto costoso) e sorbirsi anche la pubblicità è veramente insopportabile. Tutti sappiamo che da sempre la pubblicità finanzia un prodotto gratuito (tv commerciale) ora, senza regole, si rischia di far sentire il consumatore solo un limone da premere. Adiconsum in sordina sta raccogliendo firme per proporre di togliere la pubblicità dalle pay tv, il vero scopo è aprire un dibattito sulla questione, credo che la nuova normativa europea dovrebbe occuparsi di tutto questo.
Non è da sootovalutare nache che si libererebbero risorse per chi vuole offrire prodotti gratuiti. Vi ricordo che attualmente SKY, per esempio non è sottoposta a nessuna regolamentazione in fatto di pubblcità essendo rete satelitare e propina pubblcità fuori misura come potete leggere dalle numerose lamentele che i consumatori postani sul sito dell'Adiconsum.
Posted by: mauro vergari | May 24, 2007 at 02:50 PM
Mauro,
a livello di metodo vorrei che questo blog rimanesse a livello di problemi giuridici.
Per parlare di questo o quell'operatore ci sono tanti posti in rete (tra cui il vostro sito che svolge importanti campagne di sensibilizzazione).
Se vogliamo porre il problema del rapporto tra pay tv e finanziamento da risorse pubblicitarie mi sembra che non si possano imporre obblighi: decide il mercato. Se al consumatore non piace pagare e vedere troppa pubblicita', cancellera' l'abbonamento e, se l'operatore interessato vive questo come un problema, si regolera' di conseguenza.
Tieni pero' conto che su satellite pay, ovunque, esiste un misto di canali trasportati e canali forniti direttamente e che non mi sembra che vi sia questa inondazione di pubblicita' (da alcuni canali, se non sbaglio, e' anche assente).
C
Insomma, in breve, credo che regolare non si possa per motivi antitrust e che, a livello di mercato, vi siano controindicazioni ad una applicazione sistematica della tua proposta.
Comunque se ne puo' parlare.
Ripeto, sempre su un piano generale e senza fare casi particolari.
Posted by: eugenio prosperetti | May 24, 2007 at 03:48 PM
Scusa Eugenio ma non resisto.
scrivi:
>il confine tra essere e non essere responsabili di contenuto aggregato e' molto sottile
Correggerei così:
il confine tra essere e non essere ... è molto sottile. ;)
A dire il vero Hegel qualche anno fa...
Ti avevo già chiesto scusa?
Posted by: Robert Castrucci | May 24, 2007 at 04:40 PM