Leggo che:
http://www.newsfactor.com/story.xhtml?story_id=53629
una Corte Belga avrebbe imposto ad un ISP (Scarlet, ex Tiscali), di mettere in atto sistemi di filtraggio dei contenuti da musica protetta e, suppongo audiovisivi.
La Corte ha anche stabilito quali sono i metodi che e' opportuno usare.
In attesa di procurarmi il testo completo qualche considerazione "a caldo":
1) La decisione si fonderebbe, in sostanza, sul fatto che il filtraggio preventivo non intacca il principio, stabilito dalla Direttiva E-commerce, per cui il provider e' responsabile solo del trasporto (mere conduit) a patto che non effettui operazioni editoriali.
Tuttavia (dico io) stiamo per entrare nell'era della nuova Direttiva TV senza frontiere che, proprio in materia di responsabilita' editoriale stabilisce che il semplice potere di determinare un palinsesto o una library E' "responsabilita' editoriale" e fa decadere dal beneficio del mere conduit.
Non propendo ancora per l'una soluzione o per l'altra, tuttavia il dubbio viene (l'altro giorno era venuto a degli studenti con cui ne parlavo)...
2) Puo' il giudice stabilire se un software rispetta tutti i requisiti di legge? A che servono le autorita' di regolamentazione con competenze tecniche? E se non esistesse un software idoneo?
3) Come si pone l'enforcement di questa decisione sul piano internazionale? Se io sono regolato da copyright e voglio accedere a questo provider che, tecnologicamente, non mi permette il fair use?
...ripeto, solo qualche appunto molto a caldo. (e anche al caldo!)
Buon luglio a tutti, io sono pienamente al lavoro.
E.
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