Alcuni amici mi chiedono in questi giorni cosa penso del caso Moncler.
Essendo ormai la decisione stata resa, mi permetto di scrivere alcune righe, da osservatore esterno.
Come ormai noto a tutti, la Moncler ha chiesto il sequestro (i.e. oscuramento) di 493 siti il cui dominio includeva in vario modo la dizione "moncler" o parole simili (il provvedimento e' disponibile in vari siti tra cui il blog di Stefano Quintarelli).
Mi pare che la decisione ottenuta dalle associazioni di providers sia importante ma abbia anche lati negativi che è bene avere presenti.
Infatti, leggo: "Tale deficit si evidenzia anche nella motivazione del periculum da parte del GIP il quale non ha dato per assodato che i 493 siti siano effettivamente ( bensì, asseritamente ) utilizzati
per la vendita di prodotti contraffatti relativi ai marchi moncler:
Non essendo dunque, di per sé sola , l'attivazione di un sito con nome a dominio evocante il
nome di marchi registrati ( salvo che il riehiedente tutela provi essere tutelato dal marchio anche lo
stesso nome a dominio) , condotta denotante il fumus dei reati prospettati , e non consentendo lo
sviluppo delle indagini portate a conoscenza del Tribunale., di ricondurre la commercializzazione
di prodotti contraffatti di cui si duole il querelante, indistintamente , ai n. 493 siti per i quali è stato
ordinato alle società di Internet Providsr italisne di inibire l'accesso agli utenti, il provvedimento
impugnato tende oggettivamente a connotarsi per esorbitanza. rispetto alla concreta. acquisizione di
elementi fattuali che Consentano di evidenziare, chiaramente, acclarate condotte di contraffazione
di capi con marchi moncler , utilizzazione di siti ìnternet per la. loro commercializzazione
certamente individuati, la concreta, ossia basata su dati di fatto riscontrati, registrazione a catena
di siti a domino riconducibili agli stessì soggetti o tra loro collegati ,eseguita per ostacolare il
rintraccio dei mercanti dei prodotti contraffatti sì da poter evidenziare per il futuro l'attitudine a
crearne di nuovi per la prosecuzione lndisturbata della attività delittuosa ad opera degli stessi
soggetti."
Insomma, le indagini proseguono e se Moncler avesse dato migliori evidenze ho l'impressione che il sequestro sarebbe stato confermato...
Non leggo in questo provvedimento insomma un deciso principio di tutela ad oltranza della libertà dell'internet. Anzi, tutt'altro, c'è un lungo elenco di criteri perché sia ammissibile l'oscuramento dei domini. Si ribadisce che se Moncler dimostrerà di avere tutela del proprio marchio anche in forma di dominio e che quei siti svolgono attività di contraffazione, si potrà procedere. Se fossi un provider non sarei entusiasta.
Anche la legittimazione ampia che e' stata riconosciuta alle associazioni sembra così a doppio senso: legittimazione a difendersi dalla misura ma anche legittimazione a esserne destinatari... sarebbe stato meglio avere una decisione in cui veniva dichiarato non possibile il sequestro in questione.
La decisione invece revoca una misura che tutti i provider, in assenza della revoca, erano dunque tenuti ad applicare (c'è un riconoscimento implicito).
Credo vi potranno essere altre puntate.
Mi sembra dunque un provvedimento a metà e sarei molto cauto a trarne conclusioni.
In questo senso il caso Moncler mi ricorda molto Peppermint.
Anche in quel caso le misure non furono concesse per una esuberanza e deficit di prova di Peppermint che si mise a inviare lettere ricattatorie e usò metodi inaccettabili che non furono accettati dal giudice e la vittoria in quel caso fu una sconfitta dei metodi sbaliati e non una affermazione del principio di diritto...
La decisione, insomma, mi sembra solo un primo passo in una questione che sarà ancora a lungo dibattuta e che è ben lungi dall'essere risolta.
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