Il primo post tematico ho deciso di farlo sul nuovo contratto di servizio RAI e, in particolare, sulle implicazioni dei nuovi obblighi che alla RAI derivano per quanto riguarda il multimediale dallo stesso.
E' un tema trattato anche da molti altri bloggers (es. Stefano, su blog.quintarelli.it ).
Io, oltre a riportare l'estratto del testo del contratto (art. 6) che è il seguente:
“Articolo 6
(Offerta multimediale)
1. La RAI si impegna a definire una strategia di valorizzazione della propria produzione editoriale e dei propri diritti audiovisivi sulle diverse piattaforme distributive, comprendenti l’offerta digitale terrestre, satellitare; IPTV, mobile e Internet.
2. La Rai si impegna ad incrementare e aggiornare il servizio offerto sul portale RAI.IT al fine di estendere l’attuale produzione di contenuti specifici per Internet e dare adeguata visibilita' a tutta l’offerta di contenuti RAI, con particolare riferimento all’offerta radio-televisiva.
3. La Rai si impegna, per quanto riguarda l’offerta di contenuti sul portale RAI.IT, a:
a) definire linee guida di pubblicazione sul portale RAI.IT in modo da facilitare e rendere coerente e accessibile la navigazione dell’utenza all’interno di tutti i siti che fanno capo a tale portale. In particolare, la RAI si impegna a rispettare i criteri di accessibilita' e usabilita', secondo i criteri coerenti con quanto specificato dal consorzio internazione W3C;
b) rendere disponibili sul portale RAI.IT tutti i contenuti radiotelevisivi prodotti dalla RAI a tutti gli utenti che si collegano ad Internet dal territorio nazionale, avendo cura di rendere disponibile i contenuti trasmessi dalla televisione e dalla radio non appena termina la trasmissione di tali contenuti;”
ritengo sia opportuno iniziare, da subito, a porsi alcune domande su cosa questo testo comporta, giuridicamente, per la RAI:
• La formulazione del nuovo articolo lascia irrisolto più di un interrogativo infatti:
• (i) da una parte il portale “RAI.IT” è una entità non ben definita, o, comunque, suscettibile di migliore definizione e (ii) dall’altra il contratto parla di contenuti prodotti dalla RAI, sono forse i contenuti trasmessi o sono solo le effettive produzioni RAI, senza quindi obbligo di acquisire diritti? Inoltre,
• i destinatari sono tutti gli utenti che si collegano dal territorio nazionale: ha senso discriminare chi si collega dall’estero? Come riconoscerlo? Occorre sbarrare l’accesso? E’ sufficiente un obbligo di best effort in tal senso o un avvertimento?
• Come comportarsi riguardo ai gestori che adottano modelli di rete a “walled garden” , possono ugualmente ospitare il segnale RAI?
• Ma l’oggetto dell’articolo del contratto è il segnale RAI, i canali RAI o sono, come in realtà sembra, singoli contenuti? Se sono singoli contenuti non sarebbe nemmeno applicabile, in prospettiva l’art. 3, comma 10, del DDL Gentiloni, in caso di approvazione nella sua forma attuale. Questo infatti si applica ai soli contenuti lineari.
• non viene specificato il regime con cui i contenuti in questione debbono essere resi disponibili: proprietario, creative commons, “modello BBC”, ecc. Questo è un vuoto da colmare in qualche modo.
Questo è soltanto un primissimo elenco, i temi sono in realtà moltissimi.
Occorrerà quindi approfondire ancora l'argomento. Intanto mi piacerebbe avere i primi commenti.
Eugenio
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